L’amore è un po’ così.

S’incontra, si rincontra. Ci si scontra. Poi scappa. Poi ritorna. Certo, che ritorna!

Mille e mille volte. Ma la cosa più bella e struggente allo stesso tempo è quando avviene che ritorna con la stessa persona. Allora si ricreano le timidezze, gli  imbarazzi, gli attacchi. Convinzioni che si squagliano. Insicurezze che bussano di nuovo alla tua porta. Rabbia a volte. Tenerezza e dolcezza, spesso. Nostalgia di un passato. Da voler incastrare in un indeciso presente. Un futuro sempre da immaginare. Forse il solo luogo per sognare.

Ma se questo amore ritorna, vuol dire davvero, che è vero? Che è speciale o che è solo un tenero riposo dal mondo vorticoso? L’amore a volte può essere anche un semplice tornare a casa. Spesso, è solo un tornare a casa.

Un ritorno alla tua insicurezza, ai tuoi errori. Alla tua nudità. Un ritorno alla te che conosci già. E allora per un po’ di tempo ti senti ancora sicura. Ti sembra di riconoscerti, in una te che sei già stata. Ma poi arriva il momento in cui di nuovo vuoi scappare. E riscoprire un’altra te. Ancora e ancora. Perché… “Quante vite ci sono…?” Così, dice piangendo, Mariangela Melato (Milano, 19 settembre 1941 – Roma, 11 gennaio 2013), in uno struggente monologo nel pezzo teatrale Il caso di Alessandro e Maria, scritto da Luporini e Gaber nel 1982.

Ma la leggerezza, l’imbarazzo e l’ironia tra due amanti che si ritrovano, si legge in un altro pezzo di questo spettacolo.

C’è un istante in cui entrambi i protagonisti parlano di Nudità. I protagonisti sono proprio loro: Maria (Mariangela Melato) e Alessandro (Giorgio Gaber). 

Parlano di Nudità. Trattano un tema così intimo e semplice. O meglio, un tema che dovrebbe essere semplice tra due persone che si sono amate. Ma quando ci si rincontra, tutto ad un tratto, ritorna anche l’imbarazzo. La timidezza. L’ironia scostante e incostante.

Lei, è una meraviglia.

Ma non una meraviglia di attrice. Una meraviglia di DONNA. Perché nulla sembra recitato. Nulla sembra prima scritto o calibrato. L’alchimia tra i due attori è semplicemente NATURA. Come è Natura la nudità. La nudità è purezza, realtà, come dice lei, la protagonista. Lui ribatte cinico, «Che novità di descrizione!»

«Il nudo è pulito, e tu mi devi spiegare perché ti fa così tanto effetto!» ribatte lei.

Per vendicarsi un po’ Maria immagina il suo Alessandro in una situazione sicuramente imbarazzante per lui. Per fargli capire la sua malizia maschile e malata, lei lo fa immaginare al cinema, e ad un tratto un signore anziano, nudo, si siede vicino a lui. «Cosa faresti?»Lui balbettante, impacciato afferma che guarderebbe il film.

«Ecco. Vedi perché sei malato! Non guardi la nudità. Davanti alla naturalezza e alla spontaneità del signore tu guardi il Film! E se lo guardi come lo guardi? Vigliacco! Pensi male, sei corrotto. Sei malato. Dovresti spogliarti anche tu! Tu non ti spogli mai!»

Fosse davvero così il ritorno di un amore. Certo, si risente l’abisso. Il ricordo. Le infinite debolezze, gli scontri e la difficile costruzione di un’anima tra due. Ma che meraviglia, riuscire ad assaporare una tale ironia.

Una tale, naturale, nudità.  Tra la nostalgia di un passato, da voler incastrare in un indeciso presente. E un futuro sempre da immaginare. Forse il solo luogo per poter ancora sognare.

Scritto per MIFaccioDiCultura – Artspecialday.com

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