2007. 

Donne, credo sia arrivato il momento 

di scambiare i ruoli.  

Ciara – 2007, Like a Boy

Era il 2007.

Ciara, cantante e ballerina hip-hop, pone un quesito non da poco. Non è una semplice canzone, Like a boy. E non è neanche solo una sublime performance di ballo. 

Mi concentro sull’inizio, il primo dettaglio del video.

Due gambe aperte, in stile maschile, morbido, rilassato. Due mani e braccia. Canotta bianca, lunga sul corpo. Pantaloni larghi. Un cappello sul capo. Le dita della protagonista sono ricche di anelli. I tatuaggi accarezzano due braccia strette ma nervose e muscolose. Una catena al collo. Da un trono, Ciara, uno sfondo nudo, inizia la sua arringa: descrive, passo passo, atteggiamenti tipicamente maschili in una coppia.

 “Tirarsi su i pantaloni, portare fuori la spazzatura.  Codici di sicurezza su ogni cosa. Mi dici che mi ami, ma ti chiamo e non rispondi. Il tuo telefono ha sempre la vibrazione, non suona mai. Arrivi alle 4 del mattino a casa, e io qui che ti aspetto. Dici che sei fuori con il tuo gruppo di amici, ma sai che non è affatto vero ”

Ecco, cosa accadrebbe se scambiassimo i ruoli? Se noi donne, facessimo così? Voi, uomini, lo potreste sopportare o diventereste pazzi?

Ottima domanda. Sono passati sette anni, riguardo il video, ascolto le parole. Penso ai fatti di cronaca così vicini e scottanti.  E mi rendo conto di quanto sia contemporaneo questa piccola opera d’arte, girata da Diane Martel.

Ecco, che cosa accadrebbe se si scambiassero i ruoli? Questi atteggiamenti cosa porterebbero in una coppia? L’uomo impazzirebbe per queste “pretese” di libertà e un po’ di menefreghismo? La domanda che pone Ciara  dopo sette anni non ha trovato risposta. E credo che la domanda stessa sia da analizzare. E’ davvero giusto comportarsi come un ragazzo? E soprattutto la cronaca cosa ci sta insegnando? Che purtroppo nel momento in cui la donna inizia la sua emancipazione nella coppia. Emancipazione che non vuol dire non guardare il telefono, ma anche libertà di scegliere. Libertà anche di dire basta a una storia che non va più.  Cosa accade? La donna viene soffocata. Ghettizzata. Allontanata. A volte, uccisa.  In tutte le culture, in ogni cultura questa situazione è presente, in modi diversi.

Erano i primi anni in cui l’hip hop iniziava a occuparsi di emancipazione femminile. Anni in cui le donne americane hanno iniziato questo percorso di protesta tramite la musica e il look, di richiesta di diritti e libertà, sfociati ora nelle estreme performances di artiste come Miley Cirus.

Un momento del video incanta.  Ciara non è una donna che fa l’uomo.  In un istante diventa uomo.  Capelli che sembrano bretelle sulle spalle. Dei boxer enormi, sotto quei pantaloni. Inarca la sua schiena a 90 gradi. I muscoli si tendono. Lo sguardo si fa cattivo. Cammina come un militare. I capelli lunghi, unico particolare femminile, non li vediamo più. È come se sparissero.

” Cosa faresti se ti facessi piangere? 

Se ti trattassi come un giocattolo?

Qualche volta desidererei comportarmi come un ragazzo… “

Ciara è magnetica, anche da uomo. Ciara rimane una donna, se non in quel piccolo istante. Allora mi chiedo se gli atteggiamenti irrispettosi, sbagliati, arroganti siano da combattere da entrambi i sessi. Perché annullarci non vale. Perché la mancanza di rispetto farebbe e dovrebbe far arrabbiare tutti, donne e uomini.

Purtroppo è da constatare, noi donne siamo abituate alla sopportazione da secoli di storia.  E siamo più vittime di questi comportamenti. E di battaglie non ancora vinte. E di pensieri che annegano la dignità.

L’amore, è una cosa seria. 

E penso che quel Ruolo lì, in una coppia, quel ruolo arrogante, cattivo, irrispettoso.

Non dovrebbe proprio esistere. 

Scritto per MIFaccioDiCultura – Artspecialday.com

Federica Maria Marrella

Classe 1986. PhD in Comunicazione e Nuove Tecnologie. Il mio lavoro di ricerca si concentra sull’Iconografia Femminile nella Fotografia di Moda Contemporanea. Storica dell’Arte, Educatrice Museale. Docente di Storia dell’Arte. Scrittrice. Curiosa osservatrice. Amante della Poesia e della Musica. Costruttrice attenta e costante di Piccoli Sogni.

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