“Aver coraggio significa sapere di essere sconfitti prima ancora di cominciare,
e cominciare egualmente e arrivare sino in fondo,
qualsiasi cosa succeda.”H. Lee, Il buio oltre la siepe, 1960
Cammina a testa alta. Sicura. Un atteggiamento da regina.
Un vestitino bianco su un corpicino nero.
Scarpette bianche, su piedi neri.
Un fiocchetto bianco, tra i capelli ricci e neri.
Un quaderno e un righello. Simboli della libertà.
Nello sguardo la voglia della vittoria.
Così viene ritratta Ruby Bridges Nell dall’artista Norman Rockwell (1894-1978). Ruby è stata la prima bambina di colore negli anni Sessanta a frequentare una scuola di bianchi a New Orleans. Gli uomini intorno a lei sono le guardie del corpo che la scortavano. In fondo, una scritta razzista: “Nigger” (negro). E dei pomodori spiaccicati su quel muro. Diretti alla piccola Ruby.
Non posso non pensare a quel meraviglioso libro che è Il buio oltre la siepe di Harpeer Lee (Monroeville, 28 aprile 1926 – Monroeville, 19 febbraio 2016), tra l’altro, edito proprio nel 1960. E paradossalmente, questa bambina mi ricorda proprio Scout, nonostante la piccola protagonista della storia fosse bianca.
Ma andiamo per ordine.
Siamo nell’Alabama, sud degli Stati Uniti. Anni Trenta del Novecento. Scout è la figlia di Atticus Finch, avvocato che si ritrova a difendere un uomo di colore dall’accusa di violenza sessuale contro una giovane ragazza bianca. Nonostante le prove siano tutte a favore del ragazzo di colore, Tom Robinson, nonostante la sua innocenza sia ovvia, Tom sarà condannato, perché nero.
Tutta la storia viene raccontata dagli occhi della piccola Scout, bambina orgogliosa e maschiaccia di nove anni, figlia dell’integerrimo avvocato Finch. E tramite gli occhi della bambina viviamo un’epoca colma di razzismo, pregiudizi, assurdità. Domande semplici e risposte che sembrano ovvie vengono poste e risposte dalla piccola Scout.
Ma ciò che mi colpisce di come l’artista ha voluto ritrarre quella coraggiosa bambina, è che l’atteggiamento, lo sguardo, mi ricorda come io mi sono immaginata Scout.
Nessun colore ha il coraggio e l’orgoglio. La convinzione del giusto e della purezza. L’amore e la battaglia per la cultura, per i diritti, per la libertà. Perché i bambini non vedono colori, vedono solo l’ovvietà della natura umana.
Se sei cattivo, devi essere punito. Se sei innocente, devi essere libero.
Cammina a testa alta. Sicura. Un atteggiamento da regina.
Un vestitino.
Scarpette.
Un fiocchetto tra i capelli ricci.
Un quaderno e un righello. Simboli della libertà.
Nessun colore. Solo lo sguardo.
Quello della coscienza della vittoria.
Scritto per MIfacciodiCultura – Artspecialday.com
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