Il mio Spleen Date ricorda Giorgio Gaber e Alda Merini
Si parte sempre da qui, alla fine.
Dall’amore.
Anche per due creatori di storie, cantori di emozioni, così diversi fra loro, ma così impegnati e vivi, nel sociale.
Alda Merini, con il suo cuore nelle nuvole e il suo rossetto rosso. Gli occhi dedicati alla parola, alla poesia che si eleva e diventa senso di vita.
Giorgio Gaber con la sua ironia e i suoi piedi sul palco. I capelli arruffati. Il corpo che diventa uno strumento di concerto totale.
Ma qui, i ruoli sembrano improvvisamente scambiarsi.
L’ironia diventa la parola di Alda. La serietà profonda e cosciente diventa la parola di Gaber. Immaginazione e potente realtà.
Sembra vedere il corpo di Giorgio fermarsi. Sentiamo la voce di Alda chiamare un altro poeta mistico del sentimento, Eugenio Montale. E lei, racconta solo l’ironia di amori lontani e impossibili. L’ironia di amare chi non c’è mai stato, ed esiste solo nei sogni. Ma quanto sono belli i sogni. Anche lei lo afferma: “Chi ama è il genio dell’amore.”
Dall’altra parte invece una storia che sembra così concreta e vera. Delicata e viva, carne e ossa in un mondo di stracci, notizie al vento, desiderio di emergere. Qui Gaber ci riconcilia con il nostro sacro poco, come direbbe Pier Paolo Pasolini. Quel sacro poco quotidiano, vero, sociale. Che ci fa pensare ai dolori della vita reale, e che ci fa pure pensare che un uomo e una donna, insieme, tutto quel dolore lo possono spegnere. In un soffio.
Partiamo dall’amore. Per poi, tornare a noi stessi.
Chi ama
è il genio dell’amore.
[A Eugenio Montale]
I tuoi acini d’oro,
i limoni perduti
nel grembo di altre donne
che ti hanno solo sognato.
Capita anche a me, Maestro,
di aver fatto l’amore
con quelli
che non ho mai conosciuto.
[…] Ci siamo noi un uomo e una donna
con tutte le nostre speranze le nostre paure
che a fatica ogni giorno cerchiamo di capire
cos’é questa cosa che noi chiamiamo amore.
E poi e poi e poi
e poi e poi
[…]
Io e lei un uomo e una donna
in cerca di una storia del tutto inventata
ma priva di ogni euforia e così concreta
che intorno a sé fa nascere la vita.
E poi e poi e poi
non saremmo più soli io e lei
finalmente coinvolti davvero
potremmo di nuovo guardare il futuro
E riparlare del mondo
non più come condanna
ma cominciando da noi
un uomo e una donna
Ispirato a un dialogo immaginario tra Alda Merini (da Folle, folle, folle di amore per te, poesie per giovani innamorati, ed. 2002) e Giorgio Gaber (Un uomo e una donna, 1995-96)
Scritto per MIFaccioDiCultura – Artspecialday.com
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