Questi mesi ho iniziato a lavorare a scuola come docente e devo dire che sono stati mesi intensissimi! Nuovo luogo di lavoro, bambini meravigliosi, nuovi colleghi, nuove sfide e nuove intenzioni. È stato un periodo di cambiamenti, trasformazioni, avvenimenti, ritrovamenti e perdite, paure e sospiri di sollievo.  Per questo ho un po’ abbandonato il racconto delle mie visite guidate. Che però ci sono state sempre. Ad accompagnarmi. Perché non sono solo io che conduco un gruppo a scoprire tesori inestimabili, in realtà sono sempre anche il gruppo e il tesoro inestimabile ad accompagnarmi. Nella preparazione, nello studio, nella concentrazione, nella conoscenza. Nella sfida quotidiana di appassionare alla scoperta dell’arte, e dei suoi messaggi.

E allora oggi vorrei parlarvi di due visite guidate meravigliose che ho realizzato a Febbraio e a Marzo in due grandi mostre a Palazzo Reale: Arnaldo Pomodoro e Pieter Paul Rubens.

ARNALDO POMODORO

A. Pomodoro, Sfera con Sfera, 1963 - 2011.

A. Pomodoro, Sfera con Sfera, 1963 – 2011 

Domenica 5 Febbraio ho portato un gruppo alla mostra organizzata a Palazzo Reale, nella Sala delle Cariatidi, su Arnaldo Pomodoro (23 giugno 1926, Morciano di Romagna.) In occasione dei suoi 90 anni, Milano ha dedicato una mostra con diverse tappe in città ad onorare il grande scultore italiano.
Il mio percorso l’ho suddiviso, come di consueto, in precise tappe:

STEP 1 – LE TRE K

STEP 2 – LA MEMORIA

STEP 3 – LA STORIA E LO SPAZIO

STEP 4 – SFERE

STEP 5 – VOLO E FULMINI

STEP 6 – LE BATTAGLIE UMANE // GUERNICA

Un percorso che ci ha fatto scoprire la formazione dell’artista, tra le sue tre K – Klee, Kierkegaard, Kafka – un percorso di dolore e di conoscenza, di solitudine e di formazione del sé. Il potere della Memoria con la grande Tavola della memoria, la forza delle sue prime sculture per spazi aperti, che si staccano dunque dal muro per vivere nell’ambiente e che si collocano anche in alcuni momenti storici precisi.
La bellezza di queste sfere tagliate, scorticate, e fuori liscissime. Ad insegnarci che la vera bellezza deriva da un ingranaggio interno che lavora, anche se ferito e dolorante, anche se pieno di cicatrici. E la sfera grande con, nel suo ventre, la sfera piccola, simbolo di maternità e di speranza, di vita che avanza, sempre e comunque a salvare mondo e coscienze. Sculture di voli e di linee fendenti, per poi terminare lì dove nel 1953 fu esposta Guernica di Pablo Picasso (1937). Proprio nella Sala delle Cariatidi, lasciata ancora oggi così, decadente, a testimoniare gli orrori della guerra e dei bombardamenti subiti da Milano nel 1945. E lì, in quel luogo, era esposta Le Battaglie (1995) di Arnaldo Pomodoro. Opera in fiberglass e polvere di graffite, grandiosa, astratta, che sembra però ricalcare nell’immaginario e nella fantasia proprio le linee e la disperazione di Guernica di Pablo Picasso.

– Chi ha fatto questo orrore?

– L’avete fatto voi.

Rispose Picasso, durante l’Esposizione Universale di Parigi del 1937. Perché l’orrore della guerra è solo atto umano, non sacro o derivante dall’alto. Nostra è la responsabilità e dobbiamo comprenderlo.

Nel 1953, Arnaldo Pomodoro da Pesaro arrivò a Milano. Vide quell’opera, proprio in quella posizione, proprio nella Sala Delle Cariatidi, e pensò: “Voglio fare l’artista”. E questa mostra lo ha onorato con vigore e tormento, con delicatezza e sensibilità, raccontando il suo percorso umano, che si può riassumere in quelle sue sfere incantevoli e astronomiche, che specchiano il mondo, in piazze di tutto il mondo: la perfezione esterna è solo un’illusione.

La vera bellezza, è un’anima di cicatrici.

PIETER PAUL RUBENS E LA NASCITA DEL BAROCCO

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P. P. Rubens, La scoperta del bambino Erittonio, 1615, Vienna, Lichtenstein, the Princely Collection 

Domenica 12 Febbraio, invece, ho guidato un gruppo alla mostra dedicata a Pieter Paul Rubens a Palazzo Reale.
Una mostra scenografica, di un artista di corpi e sguardi, di colore e movimento, di amore folle per l’Italia. Il mio percorso anche qui si è districato in precise tappe:

  • PRIMA SEZIONE, IL MONDO DI RUBENS
  • SECONDA SEZIONE, SANTI COME EROI, PITTURA SACRA E BAROCCO

ICONOGRAFIA DEL SAN SEBASTIANO
ICONOGRAFIA ADORAZIONE DEI PASTORI
ICONOGRAFIA DELLA MADDALENA IN ESTASI

  • TERZA SEZIONE, LA FURIA DEL PENNELLO

ICONOGRAFIA DI SANSONE ED ERCOLE.

  • QUARTA SEZIONE, LA FORZA DEL MITO
  • LA FORZA DELLA PACE

L’obiettivo principale della curatrice della mostra – Anna Lo Bianco – è stato quello di sottolineare quanto non solo L’Italia sia stata importante per Rubens, ma quanto Rubens sia stato importante e fondamentale per l’Italia.
Pieter Paul Rubens (Siegen 1577 – Anversa 1640) arriva e viaggia per l’Italia dal 1600 al 1608. Riesce a dare all’arte dell’epoca incastrata nel Manierismo e nell’unica innovazione creata dal Caravaggio, innovazione però inarrivabile e non copiabile perché derivante solo dalla sua tormentata anima, quella spinta di autostima che sarà poi la nascita del Barocco. Questa mostra infatti aveva in sé diverse opere di importanti artisti italiani barocchi tra cui Luca Giordano e Gian Lorenzo Bernini. Uno straniero è riuscito a risollevare l’Italia di quegli anni, l’Italia della Controriforma, della didattica dell’arte, portando coraggio, sinuosità, carne e vigore. Rubens era un uomo gentile, generoso, benvoluto da tutti. Ritornato nelle Fiandre diventerà poi il più grande pittore dell’Epoca. E fu lui a far conoscere l’arte italiana nel Nord Europa. Lui, che l’arte italiana amò follemente. Cosciente di non poter essere mai al livello dei grandi artisti rinascimentali italiani, provò a creare il suo stile, ispirandosi a loro. Ma non come i manieristi che contorcendosi intorno ai grandi maestri persero a poco a poco la loro personalità, il loro modo di creare arte. Rubens aveva coraggio. Molto coraggio. Un po’ di sfacciataggine e tanta potenza. Fantasia e desiderio di creare il nuovo, appoggiandosi all’antico.
I suoi dipinti sono sinfonie di corpi, colori, pose classiche riprese dalle statue greche e romane, narrazioni floride e incandescenti.

Una mostra che ha avuto tutto di spettacolare e coinvolgente. Una mostra che ha narrato soprattutto la mitologia, il sacro e i temi iconografici dell’epoca, tra tele immense e colori sgargianti.
Il gruppo era estasiato. E si è compreso quanto la migrazione – tema così contemporaneo e scottante – nella storia dell’arte sia stata, come in questo caso l’arrivo di Rubens in Italia, salvezza, respiro e potenza della nostra stessa cultura.

Alla prossima! 😊

Fede 

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