Chiara Gamberale, Adesso, 2016.
Queste pagine raccontano cosa accade dentro una persona quando si innamora.
Sembra semplice.
Ci hanno sempre detto che oltre alle farfalle nello stomaco non succede molto di più. Che si mangia di meno. Che si pensa sempre a quella persona. Che vorresti vivere solo di lui e per lui.
Ma poi?
Cosa accade quando si è più grandi? Quando oltre alle farfalle nello stomaco le gambe tremano di paura, il cuore – quel muscolo rosso e arrogante – salta e si abbatte. Si sente sconfitto già all’inizio. Dopo una delusione. Dopo la fine di un amore, di diversi amori. Dopo l’abbandono, dopo i fallimenti. Dopo una promessa non mantenuta.
Oh, quante sfumature esistono nell’Amore. E tutti i personaggi intorno ai due protagonisti – Lidia e Pietro – descrivono proprio queste sfumature e queste vicissitudini degli incontri. E Lidia e Pietro invece raccontano il loro tortuoso percorso per innamorarsi di nuovo.
E come e quando accade?
Accade Adesso che le barriere cadono.
Si frantumano. Piano piano, pezzo per pezzo. E accade perché deve accadere. Perché “i corpi non mentono”. I corpi sono protesi l’uno dell’altra, tutto ad un tratto. Si fa fatica ad allontanarsi da una voce, da un profumo, da due occhi. Dai racconti notturni. Dal conoscersi. Dalla curiosità di guardarsi davvero, per quello che si è.
Quando si è adulti ci si innamora, in maniera uguale a quando si è adolescenti, per quanto riguarda la superficie delle emozioni.
Ma in fondo, nel profondo.
Nel profondo più nascosto.
Ci sono alibi, incertezze, folli e paranoiche abitudini che si ha timore di far conoscere e di condividere. C’è il terrore di non essere capiti, o di esser troppo capiti. C’è la conferma quotidiana che tutto è precario e figurarsi un sentimento. C’è il caffè la mattina da condividere. C’è il messaggio visualizzato e che attende una risposta. E vedi che istericamente dall’altra parta qualcuno sta scrivendo. Ma cancella. E riscrive. E cancella di nuovo.
Cosa dire, come dirlo, posso dirlo? Perché, dirlo?
E rimani a guardare questi aggeggi contemporanei e futuristici e lo guardi e ti senti di averlo lì davanti e quando ti manca ti basta quello. Ti sembra di sentirlo respirare. E senti che anche lui fa lo stesso. Anche lui guarda inebetito quello schermo e gli sembra di sentirti respirare.
Ma allora se si ama si può amare sempre. Oltre le definizioni? Oltre uno schermo? Oltre la paura?
Ma quando?
Adesso.
—
Adesso io prendo la macchina che ho imparato a guidare da poco. Tolgo la P, quella P che mi dà sicurezza come la coperta di Linus. Come tenere il telefono lontano così da non guardarti respirare da lontano.
E vengo lì. E ti dico che non volevo. Che volevo ma non ero pronta davvero. Però sento tutto questo e chi lo sa cosa accade chi lo sa come accade nel tempo, nel tempo che deve stare lì acquattato ad aspettare noi. Che superiamo le nostre paure, abitudini, convenzioni, supposizioni. I nostri pensieri che ci travolgono. E allora talvolta facciamo i coraggiosi.
Sono coraggiosa Adesso. Lo sento.
Intorno a me storie, figli, separazioni, viaggi, partenze. Pranzi aperitivi e caffè come alibi di un inizio di un amore.
Case che si costruiscono case in costruzione.
Ti ricordi?
Ecco vengo davanti a te e ti dico che voglio comprare quella casa impossibile con te. Tutta da rifare tutta da sistemare tutta da pulire. Ci sono stanze vecchie, troppo alte da abbassare un po’. Una portineria che può diventare deposito biciclette, un monolocale che se butti giù un muro diventa più ampio. E poi un soppalco lì, lo vedi? Lì possiamo fare un soppalco. E poi qui sotto c’è il macellaio dove prendere la carne ogni mattina e c’è un bar che fa brioches favolose e un caffè un po’ strano, un po’ amaro ma con te sarebbe perfetto tutto comunque perfetto.
Qui dobbiamo pitturare e coprire queste crepe.
Lì dobbiamo aprire di più la finestra per fare entrare più luce.
-Non capisco, cosa vuoi dirmi.
-Che ti amo.
-Ma come? Da quando?
…
Da sempre.
E Adesso.
Fede
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