“If a photographer cares about the people before the lens and is compassionate, much is given. It is the photographer, not the camera, that is the instrument.”
[“Se il fotografo è interessato alla persona davanti all’obiettivo ed è compassionevole, molto è già fatto. È il fotografo, non la camera, il vero strumento.”]  

Eve Arnold

 

Eve Arnold (Filadelfia, 21 aprile 1912 – Londra, 4 gennaio 2012), non è propriamente una fotografa di moda. La collego all’idea di fotografia di moda per due punti fondamentali. Il primo:  la sua carriera iniziò proprio con un servizio realizzato ad Harlem a diverse sfilate di moda, nel 1948. Modelle di colore, così poco volute nella Fashion Photography “ufficiale”, sono i suoi soggetti principali. Back Stage, passerelle, attenzione alla luce e alle ombre.
Il secondo punto:  i diversi scatti che Eve Arnold realizzò a Marilyn Monroe, seguendola nei back stage di diversi film, dal 1950 al 1960. Un’amicizia speciale e uno sguardo nuovo, quello che si nota in queste fotografie. Da donna a donna, Eve Arnold è riuscita, forse l’unica, a far esplodere una Marilyn ben diversa da quella da tutti immaginata e falsamente conosciuta. Non solo sensuale e prorompente, ma allegra come malinconica, profonda come leggera. Ironica come permalosa. Giocosa e impercettibile. Piccole sfumature, che solo una donna può trovare in un’altra donna. Qui, una fotografia pARTicolare, che racconta una storia, mille storie. Nelle luci e ombre della ribalta e dell’intimità.

Ora, mi sento sicura. In qualche modo.
Lei, mi sta fotografando. 

Intorno a un tavolo da gioco, Marilyn si appoggia e guarda nel vuoto. Uno scatto intenso, che va oltre. Eve Arnold ha seguito Marilyn durante le riprese del film The Misfits del 1960, e ha realizzato molte foto alla grande e sensuale icona. Questo, per me, è lo scatto più pARTicolare.  Intenso, vero.

Un tavolo da gioco. In fondo, sfumate, persone che fumano, sorridono, scommettono, ridono.  Marilyn in questo set era stanca. Aveva lavorato molto per un altro film. Lei stessa aveva detto a Eve Arnold: «Ho ballato per  sei mesi interi sul set di Let’s Make Love. Sono esausta».

Un tavolo da gioco, lo sfondo è sfumato. Lei, luce e pensiero. Gli occhi persi, intensi, drammatici. I capelli scompigliati. Eve Arnold racconta che Marilyn era affascinante e potente davanti alla macchina fotografica. Era lei che guidava il fotografo. Lei soggetto e creatrice. Qui no. Qui, nei suoi pensieri persi, scostante, ma sorridente. Chissà cosa pensa, Marilyn. Pensa per cosa vale giocare nella vita, su cosa scommettere.  Pensa se sia davvero il caso di puntare su qualcosa, qualcuno. Puntare su un sentimento. O su un talento. Su una voce, su un profumo. Su due braccia che ti stringono. E come ti stringono ti abbandonano. Su un lui. O su te stessa.

Puntare. Seguire la sorte, la fortuna, la possibilità. I capelli sono scomposti, il corpo, quella pelle liscia e delicata, si appoggia quasi impotente sui suoi gomiti. Non pensa all’obiettivo, non pensa di essere guardata. Marilyn, qui, pensa solo a se stessa. Un uomo dietro di lei. Vediamo solo la cravatta. Il contrasto con quella donna così sorridente e sicura, su quel tavolo rotondo. Lei non lo è, ma non le interessa.
L’altra è solo sfondo, fumo, insicurezza. Lei, nella sua fragilità, ora, è solo, se possibile, più bella. Guardata, osservata, delicatamente. Dagli occhi di una donna.

Si chiederanno se lavoro oggi. Si chiederanno di me. Che si chiedano di loro.

Cosa vale la pena puntare nella vita. Io non l’ho capito. Ho bisogno di tempo. Voglio pensarlo.

Eve mi sta fotografando. Tra le sue mani, nella sua arte, ora mi abbandono.

Rimango così. Qui. A questo tavolo rotondo.

A capire come si punta. Come si gioca. Come si rischia. 

Io, voglio impararlo adesso. 

Scritto per MIfacciodiCultura – Artspecialday.com  

 

 

 

Federica Maria Marrella

Classe 1986. PhD in Comunicazione e Nuove Tecnologie. Il mio lavoro di ricerca si concentra sull’Iconografia Femminile nella Fotografia di Moda Contemporanea. Storica dell’Arte, Educatrice Museale. Docente di Storia dell’Arte. Scrittrice. Curiosa osservatrice. Amante della Poesia e della Musica. Costruttrice attenta e costante di Piccoli Sogni.

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