“Well sometimes I go out by myself
And I look across the water
And I think of all the things, what you’re doing
And in my head I paint a picture”
Valerie, Amy Winehouse
Roma. Il Museo Fondazione Roma ha ospitato a Palazzo Cipolla la mostra Pop Icons, 47 ritratti realizzati dal fotografo Terry O’Neill. Ritratti che documentano le icone pop degli ultimi 40 anni.
Ecco, qui mi è immediatamente chiaro cosa sia il Glamour. Fotografie in bianco e nero, anni Sessanta e Settanta, le più grandi icone pop seguite nei momenti anche intimi e semplici quotidiani dallo sguardo del fotografo. Sean Connery, i Beatles, i Rolling Stones, Twiggy.
Ma, negli anni più recenti, arriva Lei. Non vi è molto da dire. Il 23 luglio è stato l’anniversario della sua morte. Bella e intrigante, Amy Winehouse. Guarda alla camera con costanza e forza. Occhi diretti. Sorriso consapevole. Nessuno scatto rubato. Vestitino scollato e tatuaggi a vestirla. E quei capelli in alto, un rettangolo verticale di potere e fascino. Gli occhi enormi e segnati da quel nero sfacciato ed elegante. Il braccio appoggiato sul fianco. Questo scatto è stato realizzato nel 2008, prima che si esibisse al concerto del Mandela Day. Bellissima Amy. Fascino che va oltre anche l’icona.
Poi, mi ha colpito un altro scatto.
Ho conosciuto Isabella Rossellini nei suoi scritti, a Parigi. Dovevo studiare la storia del padre, Roberto Rossellini e il mio capo era molto fissato con la storia privata dei Grandi, delle Icone. Affermava sempre:
Tutto quello che si sa non ci interessa. Dobbiamo studiare cosa facevano da piccoli, dove vivevano, che rapporto avevano con i genitori, i grandi. Ecco, Federica. Trovami cose intime di questi registi. Voglio sapere che strada faceva Antonioni per andare a scuola.”
Lì, al momento, sorridevo. Ma mi sono poi accorta, nel tempo, che questo è il vero metodo di ricerca. Approcciandomi a Rossellini lessi molto dei ricordi della figlia, e vedemmo anche il film che realizzò in onore del padre. E qui, in questo scatto, Isabella va oltre la semplice bellezza. Nel suo semplice maglione nero.
Nei suoi occhi risplendono quelli del padre, nei lineamenti quelli della madre Ingrid Bergman. Un fascino celato, nascosto e leggermente intimidito. Figlia di un amore nato nella lontananza. Figlia di un amore che sembrava impossibile.
Leggendo scoprii una storia. Quando Anna Magnani capì che vi era una storia tra Roberto e Ingrid, era al ristorante. Stavano per mangiare. Arrivò il piatto di pasta e Anna disse a Roberto: “Amore ti metto altro sugo? Sì, dai. Altro formaggio? Sì, ecco.” Preparato il piatto, Anna lo gettò addosso a Roberto. Un amore scoperto, un amore ferito. Il fuoco di una donna vera e normale. Aldilà del glamour.
I volti delle icone nascondono storie.
Dietro, ai volti delle icone, vi è la realtà.
La strada che facevano per andare a scuola, amori finiti, sentimenti nascosti o urlati, vita vera.
Dolori strazianti. Lettere inviate di nascosto. Solitudine o felicità.
Oltre il glamour del bianco e nero, vi sono i colori della vita.
Le loro storie inespresse, alla fine, così umane.
Scritto per MIFaccioDiCultura – Artspecialday.com
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