– A lei piace ballare?
– Sì, ma non lo faccio da anni.
– Si figuri io…

Da La Finestra di fronte di Ferzan Özpetek (2003)  

Eravamo su quel ponte. Quel ponte che unisce la città vecchia e la città nuova. Dresda, bombardata nel 1945, rasa al suolo e poi ricostruita.
Un ponte lunghissimo, alto, il fiume Elba sotto di noi, che scorre e scorreva. Scorre e scorreva.
È bello, se ci pensi. 
I ponti uniscono parti di città, vecchie e nuove. E sotto il fiume scorre. Senza tempo. Senza smettere.
Forse è questa la memoria.
E io e te, lì, al centro, a guardare oltre. Per sapere oltre. Scoprire, oltre.
Oltre quel ponte e quel fermo, già distante, presente. 

Ho sempre pensato alla Memoria legandola al film di Ferzan Özpetek, La finestra di fronte (2003). Film capolavoro di immagini e di sentimenti. L’ultima opera, poi, con Massimo Girotti, attore meraviglioso e bellissimo di ogni tempo, sin dal Dopoguerra Italiano.

Ho pensato spesso cosa potesse essere, anche per lui, girare un film così. Un film che racconta la storia della Seconda Guerra Mondiale, un film che parla di Amore, quello vero (non importa se omosessuale o eterosessuale. Questo film parla di ogni sfumatura di amore e basta). Un film che parla di pregiudizio, di ricordo, di pensiero, di ideali. Di terribile cattiveria della Storia. Di perdita del Sé, perché non accettato per quello che è. Di paura. Di paura di ricordare. Di desiderio di ricordare.

Tante vite si intrecciano. Lei, con una famiglia. Lui, il signore anziano che non ricorda più nulla. E qualche volta sì, arriva un’immagine, un’emozione da quel passato, che è un po’ come quel fiume, che non si arresta mai, si unisce al presente, entra nelle vene dei polsi, si mischia al desiderio di futuro. Futuro che è rappresentato da quella finestra di fronte, e di fronte a cui Lei, ogni sera, si apposta. E lì, scopre un altro Lui, che non è suo marito. Un altro amore possibile. Quella finestra non è altro che il simbolo di un desiderio da voler concretizzare. Quella finestra da cui rivedremo anche il ricordo di un ballo nel passato. Un ballo con musica spagnola e lontana. Quella finestra da cui Lei, riguarderà con occhi diversi la sua vita, e l’amerà ancora, come la prima volta.  La finestra è il legame tra ciò che si è, ciò che si vorrebbe essere, e quel cambiamento che in noi, vorremmo.

La finestra è trasparente, come l’acqua.

Il vetro del pensiero, dello specchio. Dell’anima che avanza. Lei incontra il signore anziano che non si ricorda più chi è, proprio su un ponte, a Roma. Su un ponte, anche loro. Questo incontro fa nascere un Amore vero, come tra figlia e padre. La tenerezza, il desiderio di proteggere e di migliorare. Un amore eterno, che trafigge dentro se non hai potuto viverlo, se ti è stato strappato via. Dalla vita che maledetta scorre, arriva, ritorna, prende, rilascia. Proprio come un fiume, che porta via con sé tutto. Tutto quello che trova. Anche quello che ami di più. 

Ma la memoria non andrà mai via, no. E se va via, è una malattia. Altrimenti no. Ritorna, ti prende i polsi, ti trascina e ti fa ricordare. 

Ora che so questo, mi sento meno sola”,  Dice, Lei.  Ora che sai questo, non avere paura di pensarmi, anche se sei lontano. Il fiume raccoglie tutto. Il mio cuore è fermo e stabile. Come un’ancora, legata per sempre al tuo nome. 

Ti raccontai quel film che amo tanto, la Finestra di Fronte. In una lingua non mia, non tua. Su quel ponte, che unisce una città, distrutta, nel 1945, da  un bombardamento. Da una guerra. 

Presi una foto di te. Il tuo profilo si stagliava perfetto su quell’infinito.
Piccola porzione di presente. Guardammo, insieme, oltre. Per sapere oltre. Scoprire, oltre.
Oltre quel ponte, e quella piccola, già distante, porzione di presente.  

 

 

Scritto per MIfacciodiCultura – Artspecialday.com 

 

 

Federica Maria Marrella

Classe 1986. PhD in Comunicazione e Nuove Tecnologie. Il mio lavoro di ricerca si concentra sull’Iconografia Femminile nella Fotografia di Moda Contemporanea. Storica dell’Arte, Educatrice Museale. Docente di Storia dell’Arte. Scrittrice. Curiosa osservatrice. Amante della Poesia e della Musica. Costruttrice attenta e costante di Piccoli Sogni.

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