Qui il mio pARTicolare dedicato alla Crocifissione e Santi (1441-42) di Beato Angelico (1395 – 18 febbraio 1455). Opera che si trova a Firenze, nel convento di San Marco.
Vi è ancora un luogo a Firenze che porta la tranquillità dell’anima. Tra le diverse bellezze della città, così imponenti, ricche, calde e conosciute, un po’ più lontano dal centro vi è il convento di San Marco. Un’altra epoca è rimasta, presente, tra queste mura. Respiri lontani, passi che fanno da eco al nostro camminare. Un luogo di preghiera e di venerazione dell’arte. Qui, le piccole celle con deliziosi e intimi dipinti di Beato Angelico e questa Crocifissione, simbolo per eccellenza del Credo negli anni dell’umanesimo.
Vi è il dolore, ma quietato.
Vi è la prospettiva, osservando la posizione delle due croci laterali.
Vi troviamo spiritualità, decoro, intimità di sentimenti. Vi troviamo geometria e essenzialità espressa nei corpi e nei volti. Sembra che tutti abbiano un atteggiamento dolente ma dignitoso, trattenuto. Elegante.
Beato Angelico, pittore del primo Rinascimento. Quel Rinascimento ancora segnato dalla ricerca geometrica della perfezione umana e spaziale. Quel Rinascimento lontano da ciò che plasmerà più avanti Michelangelo Buonarroti nelle sue pitture e sculture.
Quella prima generazione di Rinascimento attenta all’unione tra Pensiero, Eleganza, Geometria, Simmetria, Umanità.
La croce, al centro.
E un pARTicolare.
Barabba, è l’unico volto ritratto urlante. Estremo.
Forse un’altra donna porta quel volto su di sé. Ugualmente dolorante, estremo e umano. Ma, come spesso capita nelle crocifissioni, non lo vediamo: Maria Maddalena, di spalle, il vestito rosso, i capelli rossi, le mani a creare lo spazio e la prospettiva. Immediato rimando alla Maddalena del Masaccio nella sua Crocifissione (1426), ora al Museo di Capodimonte (Napoli – Vedi: Il pARTicolare. La Maddalena nella Crocifissione del Masaccio).
Lo comprendiamo dallo slancio del suo corpo, dalle curve intense. Dalla forma stirata e intensa che ha uno slancio di dolore.
Una donna Maddalena, non ai piedi della croce, ma legata al petto dell’altra donna del Cristo. La prima, la Madre: Maria.
Maddalena, volto nascosto di dolore.
E Barabba, urlante, tra i santi piangenti e delicati.
I due estremi del dolore racchiusi in due simboli estremi di peccato, e di redenzione. Nei due simboli per eccellenza dell’umanità imperfetta.
Amata, compresa e perdonata.
Scritto per MIfacciodiCultura – Artspecialday.com
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