Un uomo decide, da un momento all’altro, di cambiare vita. Di provare, almeno, a cambiarla. Cambiare prospettiva, guardare il mare dalla riva, di non viverlo più dal suo ventre. Decide di incontrare, per la prima volta, la “tastiera di Dio”.

Una donna, stanca di un amore malato, decide di esplodere. Nei violini, nei contrabbassi. Nella sua bellezza e voce. Con rabbia, con un po’ troppo di orgoglio e veemenza, forse. Ma lo fa, esasperata forse dalla troppa attesa, dal troppo subire.

Tutto, in un attimo.

Un uomo e una donna, a distanza di anni e note. Respiri e chiodi. Oggi, nel mio Spleen Date.


“A me m’ha sempre colpito questa faccenda dei quadri. Stanno su per anni, poi senza che accada nulla, ma nulla dico, fran, giù, cadono. Stanno lì attaccati al chiodo, nessuno gli fa niente, ma loro a un certo punto, fran, cadono giù, come sassi. Nel silenzio più assoluto, con tutto immobile intorno, non una mosca che vola, e loro, fran. Non c’è una ragione. Perché proprio in quell’istante? Non si sa. Fran. Cos’è che succede a un chiodo per farlo decidere che non ne può più? C’ha un’anima, anche lui, poveretto? Prende delle decisioni? Ne ha discusso a lungo col quadro, erano incerti sul da farsi, ne parlavano tutte le sere, da anni, poi hanno deciso una data, un’ora, un minuto, un istante, è quello, fran. O lo sapevano già dall’inizio, i due, era già tutto combinato, guarda io mollo tutto tra sette anni, per me va bene, okay allora intesi per il 13 maggio, okay, verso le sei, facciamo sei meno un quarto, d’accordo, allora buonanotte, ‘notte. Sette anni dopo, 13 maggio, sei meno un quarto, fran.

Non si capisce. È una di quelle cose che è meglio che non ci pensi, se no ci esci matto. Quando cade un quadro. Quando ti svegli un mattino, e non la ami più. Quando apri il giornale e leggi che è scoppiata la guerra. Quando vedi un treno e pensi io devo andarmene da qui. Quando ti guardi allo specchio e ti accorgi che sei vecchio. Quando, in mezzo all’Oceano, Novecento alzò lo sguardo dal piatto e mi disse: – A New York, fra tre giorni, io scenderò da questa nave – .

Ci rimasi secco.

Fran.”

I wish you well, I hope you survive
I hope you live, oh baby, so I can watch you cry

‘Cause I know in time you’ll see what you did to me

And you’ll come running back

I’m gonna rain on your parade, no, I won’t take it again
And I’ll keep raining, raining, raining over you
I’m gonna rain on your parade, no, I won’t take it again
And I’ll keep raining, raining, raining over you

I pity the fools who believe in you
‘Cause I know someday now they’ll see your colors too
And if you see a smile besides my face, no, I’m doing good now

Since you’ve been erased

‘Cause I know in time you’ll see what you did to me

And you’ll come running back

I’m gonna rain on your parade, no, I won’t take it again
And I’ll keep raining, raining, raining over you
I’m gonna rain on your parade, no, I won’t take it again
And I’ll keep raining, raining, raining over you

I’m gonna rain on your parade, no, I won’t take it again
And I’ll keep raining, raining, raining over you.

[ Ti auguro di star bene
Spero che tu sopravviva
Spero che tu viva, oh tesoro, così posso osservarti piangere.
Perché so che col tempo vedrai ciò che mi hai fatto
E tornerai indietro correndo.

Farò piovere sul tuo corteo
No, non lo sopporterò di nuovo
E continuerò a far piovere, piovere, piovere su di te.

Farò piovere sul tuo corteo
No, non lo sopporterò di nuovo
E continuerò a far piovere, piovere, piovere su di te.

Ho pietà degli stupidi che credono in te
Perché lo so che un giorno adesso, vedranno anche loro i tuoi colori.
E se tu vedi un sorriso, oltre al mio viso, non sto facendo la brava.
Da quando sei stato cancellato.

Perché so che col tempo vedrai ciò che mi hai fatto
E tornerai indietro correndo.

Farò piovere sul tuo corteo
No, non lo sopporterò di nuovo
E continuerò a far piovere, piovere, piovere su di te.

Farò piovere sul tuo corteo
No, non lo sopporterò di nuovo
E continuerò a far piovere, piovere, piovere su di te]

Ispirato a un dialogo immaginario tra Alessandro Baricco (Novecento, 1994) e Duffy (Rain on your Parade, 2008)

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